giovedì 7 giugno 2018

Luigi Pirandello: il "Decadentismo"

DECADENTISMO


DOVE e QUANDO
- E' una corrente letteraria nata in Europa agli inizi del '900.


IL PENSIERO RICORRENTE
I temi cari agli scrittori decadenti sono:
- L'esaltazione dell'individualità e di ciò che rende unico ogni essere umano.
- La scoperta e l'analisi dell'inconscio, dell'elemento irrazionale, che diventa il protagonista di racconti e poesie.
- Un angosciante senso di solitudine.


LA CONTRAPPOSIZIONE AL VERISMO
- Si sviluppa una forte contrapposizione nei confronti del Verismo di Verga, dal momento che gli artisti puntano sul soggettivismo estremo, sulla dimensione del sogno e del mistero.
- Mentre gli scrittori Veristi pensano che si possa osservare l'essere umano in modo scientifico, come sotto la lente di un microscopio, gli scrittori decadenti esprimono un senso di perplessità, smarrimento, crisi esistenziale;
- Si sviluppa il dubbio che l'uomo non possa in realtà conoscere e comprendere la complessità di ciò che lo circonda;
- L'arte è il solo modo di conoscere la realtà e le sue sfumature, proprio perché è uno strumento soggettivo e non oggettivo: per questo aspetto non si può contare sulla scienza, troppo fredda e distaccata, quindi incapace di rispondere alle domande più profonde dell'animo umano.



Luigi Pirandello: 1867-1936



Ricordiamo almeno
- che nel 1924, come era abbastanza comune all'epoca, ha aderito al partito fascista, dal quale si è allontanato dopo pochi anni

 - che nel 1934 ha vinto il premio NOBEL per la letteratura






 "Uno, nessuno, centomila" (1926)




Trama -
Il protagonista, di nome Vitangelo Moscarda, detto Gengè, è una persona ordinaria, benestante, che ha ereditato dal padre una banca e vive di rendita.
Proprio all'inizio del romanzo, il protagonista si indispettisce perché sua moglie Dida gli fa notare che il suo naso pende leggermente a destra: lui, che non si era mai accorto di questa sua caratteristica, comincia a riflettere sul fatto che le persone che ci circondano hanno di noi un'opinione diversa dalla nostra. Tutto il romanzo procede, in forma di monologo, con il protagonista che sviluppa la seguente riflessione.
Ognuno di noi è contemporaneamente UNO, NESSUNO e CENTOMILA.
- Ogni individuo è una persona sola, dal punto di vista fisico (UNO)
- Contemporaneamente, ognuno è un individuo diverso agli occhi di chiunque lo conosca e che ne ha ha un'opinione, quindi corrisponde a tante persone quante sono quelle che lo conoscono (CENTOMILA).
- La conclusione di questo ragionamento è che in realtà non c'è nessuno, né un familiare, né un amico, che possa realmente conoscerci, quindi siamo soli, anzi non esistiamo agli occhi degli altri nella nostra vera identità (NESSUNO).

Leggiamo alcune citazioni dal romanzo, nelle quali si legge il pensiero di Moscarda.

- “Mi si fissò invece il pensiero ch'io non ero per gli altri quel che finora, dentro di me, m'ero figurato d'essere.”


- “Non mi conoscevo affatto, non avevo per me alcuna realtà mia propria, ero in uno stato come di illusione continua, quasi fluido, malleabile; mi conoscevano gli altri, ciascuno a suo modo, secondo la realtà che m'avevano data; cioé vedevano in me ciascuno un Moscarda che non ero io non essendo io propriamente nessuno per me: tanti Moscarda quanti essi erano.”

- “Una realtà non ci fu data e non c'è, ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere: e non sarà mai una per tutti, una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile.”

Ossessionato da questi pensieri, Vitangelo Moscarda decide di dedicarsi esclusivamente alla ricerca di sé stesso, perdendo in questo modo ogni contatto con la realtà e con le persone che gli stanno intorno.


Alla fine, lasciato dalla moglie e dagli amici, dopo aver perso il lavoro e ogni fonte di guadagno, il protagonista si ritroverà in un ospizio, felice di essersi liberato dei vari uno e centomila e di essere diventato finalmente NESSUNO.


"La giara"



E' una novella, pubblicata nell'anno 1917 all'interno della raccolta "Novelle per un anno".

Una rappresentazione cinematografica di questa novella è presente all'interno del film "Kaos" dei fratelli Taviani, uscito nel 1984: lo potete vedere cliccando qui, dura circa 40 minuti.


LINGUA
Il titolo originale è "A giarra" e il linguaggio utilizzato è il dialetto della città siciliana di Agrigento.

TRAMA
Il racconto è ambientato in Sicilia dove, durante la raccolta delle olive il padrone di un podere, Don Lollò, fa arrivare una grossa giara nuova per contenere l'olio che verrà prodotto con il raccolto.

Durante la notte, qualcuno spacca in due la giara, allora il padrone chiama Zi' Dima, un artigiano abilissimo nel "ricucire" le giare, proprietario di un mastice, ovvero di una colla, davvero portentoso.

Per cucire la giara, Zi' Dima si infila nella giara, ma una volta aggiustata non riesce più ad uscirne. A questo punto inizia una diatriba tra Don Lollo' e Zi' Dima:  il primo pretende che l'artigiano paghi per uscire dalla giara, visto che la deve rompere, il secondo ribatte dicendo che piuttosto che pagare nella giara ci vive.

Durante la notte Zi' Dima organizza una festa con i braccianti del podere, lui al centro dell'aia nella giara a cantare a squarciagola e i contadini a ballare intorno. la cosa fa arrabbiare Don Lollo' che scende nell'aia e con un calcio fa rotolare la giara che va a rompersi contro un ulivo liberando Zi' Dima che "vince" la disputa con Don Lollo'.



TEMI CARI A PIRANDELLO

In questa novella sono presenti vari temi cari all'autore:
- la molteplicità dei punti di vista
- l'importanza dei beni materiali per la povera gente e il contrasto tra Don Lollò, un uomo avaro che tiene in conto solo la ricchezza materiale, e Zi' Dima, possessore di un bene intellettuale, ovvero la ricetta del mastice;
- i conflitti interpersonali irrisolvibili;
- l'ambiente contadino siciliano, caro anche a Verga;