mercoledì 28 febbraio 2018

Biancaneve




Biancaneve
- favola dei fratelli Grimm del 1812;
- riraccontata e illustrata da Michelangelo Rossato nel 2015;
- intervista a Michelangelo Rossato - link
- il sito di Michelangelo Rossato - link

Il Gioco di Leggere Edizioni - link

Un'analisi del testo - link

- L'acconciatura a farfalla, tipica della popolazione degli indiani d'America Hopi (popolo della pace), che vivono oggi tra Arizzona, Utah e Nuovo Messico.

figura 0

figura 1 



figura 2 - 


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giovedì 22 febbraio 2018

Autobiografia - editing

AUTOBIOGRAFIA - editing
BELLA COPIA

- foglio protocollo a RIGHE

- penna BLU o NERA

- piega il foglio e scrivi sul retro NOME, COGNOME, CLASSE, DATA

- scrivi in COLONNA, su tutte le righe;

- salta una riga quando vuoi interrompere il paragrafo;

- lunghezza: circa 3 colonne;

- vietato lo STAMPATELLO



Titolo
eventuale sotto titolo


Un corri corri generale, un fuggi fuggi nella
 pineta del campeggio, nel semi buio del dopo
cena, tra le tende, le roulottes e gli aghi di pino. 

La "banda dei romani", ci rincorre: noi siamo la 
"banda dei marziani". Con me c'è mio fratello, poi 
c'è Andrea e qualcun altro che non ricordo. 
Che ansia: dobbiamo nasconderci, perché se ci 
trovano chissà che ci fanno. 

Sono tanti, forti, cattivi e molto pericolosi: quando 

parlano hanno un accento strano, cittadino, da 
gente più... più... non saprei dire di preciso cosa 
hanno in più rispetto a noi, ma quando li
ascoltiamo parlare tra loro, ci sentiamo dei 
provinciali, fuori moda.

Io sono dietro la tenda azzurra di Andrea, 
vicino al bar e trattengo il fiato. Li sento: 
si stanno avvicinando e con loro c'è il capo,
 che è alto, grande, più grande di Francesco.



venerdì 16 febbraio 2018

AUTOBIOGRAFIA: PROGETTARE e SCRIVERE

FASE 1 - scelgo il ricordo

La storia
- ai tempi delle elementari;
- siamo a casa, in camera nostra (mia e di Francesco)
- un amico di mio fratello mi prende in giro, mi dice :"Sei uno spermatozoo!";
- io non conosco la parola, mi offendo per il tono di voce, più che per la frase che non capisco;
- mi sento a disagio, mi sento tonta e ingenua: lui e Francesco ridono di me;
- babbo si sta riposando e mi chiama perché gli porti il caffè;
- Francesco e il suo amico si raccomandano che io non dica nulla a babbo;
- io vado da babbo e gli chiedo di spiegarmi cosa è uno spermatozoo;
- babbo mi spiega che è un semino per fare i bambini, poi mi chiede perché voglio saperlo;
- gli racconto cosa è successo
- lui si arrabbia con Francesco e il suo amico e gli dice di non prendermi in giro
- torno in camera sorridendo;

FASE 2 - identifico il seme (il dettaglio significativo, il momento emozionante)

Seme
- quando torno in camera, Francesco mi guarda male, mentre io sono estremamente soddisfatta perché babbo, con la sua brontolata, ha messo in ordine il mio mondo. Io mi sono sentita protetta e, come sempre, dalla parte giusta.


FASE 3 - Progetto la struttura del racconto (l'INTRECCIO)

mescolerò DIALOGHI - AZIONE - DESCRIZIONE - PENSIERI/SENTIMENTI

TITOLO (qui metterò il tema: la mia soddisfazione)

  1. incipit con dialogo: due ragazzi grandi ridono di me
  2. descrivo i due ragazzi: sono mio fratello e il suo amico;
  3. descrivo la camera
  4. descrivo il mio imbarazzo
  5. tipiche scene di pomeriggi in cui Francesco invita i suoi amici e io mi eclisso
  6. a un certo punto vado in camera grande a portare il caffè a babbo
  7. vendetta, tremenda vendetta: dico tutto a babbo che mi difende! (seme e culmine della storia)
  8. conclusione con pensieri e sentimenti: non deve essere stato facile per Francesco essere il mio fratello maggiore e sopportare che a me, la più lagnosa, frignona e perfettina delle sorelle, babbo desse quasi sempre ragione.


Dieci a zero per me!
- "Spermatozoo!"
- ... "Eh?"
- "Ho detto che sei uno spermatozoo! Uno spermatozoo, spermatozoo, zoo, zoo."
Ripete questa lunghissima, assurda, misteriosa parola sillabandola, per farmela sentire con chiarezza.
- "Sper... ma ... to... zoo!" e qui una risata, anzi due, la sua e quella di mio fratello. Due boccacce sguaiate si spalancano di fronte ai miei occhi fissi sul pavimento. Mi dondolo avanti e indietro...

Lui è Giammarco: ha due peletti di barba che ai miei occhi lo fanno apparire quasi un extraterrestre.
Sta seduto sul letto di Francesco che è lì accanto. Poco più in là c'è anche il mio letto, il mio comodino e il mio pezzo di camera che condividiamo. La regola della camera è semplicissima. Il suo spazio è solo suo e per me è divieto di accesso. Il mio spazio invece non esiste e quando lui invita gli amici, sempre maschi e sempre grossi e sempre sgradevoli, io non so proprio dove trovare pace.

Se almeno non mi vedessero... invece mi vedono, o addirittura mi cercano, per mettermi in soggezione. Parlano, ma non capisco mai di cosa. Giocano, ma mai come piace a me, che ho la mia bambola con il cappottino rosso e la pettino e la cambio e le parlo con una vocina premurosa e carezzevole. Anche quando si siedono sul letto o sul divano, sprofondando pesanti fino al pavimento, non mi somigliano affatto. Se fanno merenda sbriciolano, se scendono le scale rimbombano come elefanti e se accendono la televisione mi chiudono fuori.

Comunque, io non ho idea di cosa sia uno "spermatozoo": è la prima volta in vita mia che lo sento. E' di certo un'offesa, a giudicare da come me la sparano in faccia, ma perché non devo dirlo a babbo?
- Non glielo dire! Hai capito? Non fare la spia! Non ti ci provare... oh
Francesco, diglielo anche te alla tu' sorella! -

Intanto babbo mi ha chiamato, perché vuole un caffè. In un momento i due sgangherati cambiano espressione. Gli occhi mi fissano concentrati, quasi in allarme. E' differente anche il tono della voce e non ridono più.

- Babbo! Che vuol dire spermatozoo? -
- E' il nome del semino che fa nascere i bambini. Perché me lo chiedi?
- Me lo hanno detto quei due, di là... -

Quando sono rientrata in camera, si sono girati dall'altra parte, poi se ne sono andati e mi hanno lasciato in pace per tutto il pomeriggio.
Francesco ci riesce sempre, a farmi sentire in colpa e fuori posto. Babbo però mi difende e mi conforta sapere di essere quella che ha ragione.

Sei stato geloso?
E oggi? Magari un po'?
O ancora tanto?
Fratellone grande grande.
La prima volta che ho sentito il terremoto e ero in salotto con te, alla televisione, non ho avuto paura.

martedì 13 febbraio 2018

AUTOBIOGRAFIA

CALENDARIO lavoro su racconto AUTOBIOGRAFICO
- abbiamo già visto
- l'incipit con DESCRIZIONE 
- e l'incipit con DIALOGO
- giovedì 15 febbraio (dopo la verifica): incipit con AZIONE
- venerdì 16 febbraio: incipit con PENSIERI e SENTIMENTI
- sabato 17 febbraio (dopo i book talk): l'architettura del racconto (INTRECCIO)
- giovedì 22 febbraio: scrittura e inizio revisione
- sabato 24 febbraio: editing e consegna



INCIPIT AUTOBIOGRAFICO

- Una delle sezioni più importanti di una narrazione è costituita dalla parte iniziale ("incipit" = "inizio").

- E' fondamentale entrare subito nel cuore della vicenda, per catturare l'attenzione del lettore che certamente desidererà proseguire con la lettura per scoprire chi siano i personaggi e cosa accadrà.

- Per l'incipit si possono utilizzare varie tecniche narrative: ecco alcuni esempi di incipit.



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Incipit, condito con un DIALOGO

- Oh! Senti: dice il Mazzetti se ti vuoi mettere con lui! -

Corridoio lungo, luce opaca, color nocciola. La giornata nuvolosa filtra da enormi vetrate polverose, la porta dell'aula è aperta alle mie spalle: intorno voci sfumate e rumori da intervallo.

- Oh, dico a te! Hai capito? Il Mazzetti vuole sapere se ti ci vuoi mettere, con lui. -

Paralisi: il cuore pompa forte, la testa ronza, il tempo rallenta, forse si ferma.

- Allora, che gli dico? - sorride: è uno spilungone di quinta C, lo conosco solo di vista.


In un modo o nell'altro, quasi per miracolo, a un certo punto devo avere risposto che sì, mi stava bene, che ero d'accordo.

Il sabato successivo, infatti, avevo un appuntamento alle "scalette", con il Mazzetti: ci sono arrivata in autobus.



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Incipit ravvivato da una DESCRIZIONE

Alle mie spalle un tempio greco, con le colonne, i bassorilievi, le rovine, i sassi, i muretti, i cartelloni in più lingue per i turisti, e qualche visitatore dell'ultimo minuto.

C'è un'aria salmastra, da fine estate: mi basta allungare lo sguardo e, a strampiombo sotto di me, intravedo la linea azzurra e profonda del mare siciliano, con qualche vela bianca verso l'orizzonte.

E' pomeriggio inoltrato e il parco archeologico è in chiusura, anche se c'è ancora un sole intenso e una luce dorata, asciutta, tiepida molto piacevole. Sono abbronzata, con pantaloni corti, una maglietta con Titti, scarpe da ginnastica e un bel paio di occhiali da sole con la montatura gialle.

Stiamo tornando alla macchina lungo una strada sterrata, in discesa. Camminiamo a passo veloce, parlando di archeologia, università, esami, professori, colleghi, aneddoti: con me c'è Carla, una ragazza che ha qualche ruga più di me e anche molta più esperienza.

Alfredo è avanti, non sento cosa dice perché è troppo distante, ma lo vedo che guarda Stefania: ridono, quei due, chiacchierano. Sicuramente sta facendo lo splendido...

Lo ignorerò per il resto della settimana, se vuole la guerra...

In realtà ho ceduto prima del previsto: oggi è mio marito.






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Incipit movimentato dall'AZIONE

Un corri corri generale, un fuggi fuggi nella pineta del campeggio, nel semi buio del dopo cena, tra le tende, le roulottes e gli aghi di pino. 

La "banda dei romani", ci rincorre: noi siamo la "banda dei marziani". Con me c'è mio fratello, poi c'è Andrea e qualcun altro che non ricordo. Che ansia: dobbiamo nasconderci, perché se ci trovano chissà che ci fanno. 

Sono tanti, forti, cattivi e molto pericolosi: quando parlano hanno un accento strano, cittadino, da gente più... più... non saprei dire di preciso cosa hanno in più rispetto a noi, ma quando li ascoltiamo parlare tra loro, ci sentiamo dei provinciali, fuori moda.

Io sono dietro la tenda azzurra di Andrea, vicino al bar e trattengo il fiato. Li sento: si stanno avvicinando e con loro c'è il capo, che è alto, grande, più grande di Francesco.

Incipit intimo, soffuso... con PENSIERI E SENTIMENTI

Secondo me quel fagottello non sta pensando a nulla: ha la bocca piena di latte che gli gocciola di lato. Sorride nel sonno? Forse, ma è così minuscolo che non riesco a decifrare la sua espressione; ha la fronte grinzosa, le guance di pesca e un odore di borotalco e pannolini.

Io invece penso, rifletto. E' notte fonda, accendo la lampada sul comodino, ma non posso dormire: mi costringo a focalizzare l'attenzione su un qualcosa che mi sfugge. Sono diventata mamma da qualche giorno, ma non so cosa sia. Sono inadeguata: voglio rimediare.

Allora faccio un elenco dettagliato di tutto ciò che sta per cambiare nella mia vita e nella routine quotidiana. Mi vedo interpretare varie scene: naturalmente c'è il cambio delle tutine, ci sono le pappe, i bagnetti, le visite dal pediatra. Mi faccio un film in testa, prendendo in prestito immagini tratte da film o pubblicità. Provo ad allungarmi fino a quando andrà all'asilo o a scuola, mi chiedo se si sposerà, se io diventerò nonna.

Niente da fare: è tutto buio, non ci riesco.

Sono mamma, ma non sono capace.

Fortunatamente lui non avrà dubbi su cosa sia essere figlio, saprà esserci e avrà mille richieste, problemi, necessità: io mi adeguerò piano piano.



giovedì 8 febbraio 2018

book talk n 3

BOOK TALK n. 3 


tempo massimo 4 minuti 
(è un po' di meno rispetto alle altre volte: 
siate sintetici ed efficaci!)
ISTRUZIONI
- raccomandazioni: 
1) ricordate di muovervi per l'aula con la maggiore disinvoltura possibile (evitate il pendolo, se ce la fate!)
2) se leggete un brano dal libro, cercate di fermarvi per guardare in faccia i compagni e interagire con loro;
3) utilizzate il più possibile il linguaggio tecnico che abbiamo imparato (vedi sul blog lezioni per scrittori);
4) provate ad analizzare "fabula" e "intreccio";
5) questa volta NON è obbligatorio fare riferimento alla vostra intera esperienza di lettura.

DATE

SABATO 17 FEBBRAIO
1- Galasso
2 - Capacci
3 - Bianchini
4 - Giovannini
5 - Kosta
6 - Passaniti

VENERDI' 23 FEBBRAIO

7 - Cetoloni
8 - Marta
9 - Lucii

SABATO 24 FEBBRAIO
10 - Pucci
11 - Buracchi
12 - Ronchi
13 - Schiatti
14 - Frosini
15 - Hodza

MARTEDi' 27 FEBBRAIO
16 - Folco
17 - Giuggioli
18 - Zamparelli
19 - Rogo
20 - Valeri


SABATO 3 MARZO
21 - Preve
22 - Brahimi
23 - Discepolo
24 - Pianigiani
25 - Haskaj


Orale successivo:
PRESENTAZIONE DI UNA CANZONE

In questo orale, ogni studente presenta alla classe una canzone e ne analizza il testo.

Ogni presentazione deve avere le seguenti caratteristiche.

- La canzone deve essere in ITALIANO (va bene ascoltarla da CD o attraverso la LIM) e non deve essere stata già utilizzata nè dall'insegnante, nè da altri studenti.

- Tempo massimo 7 minuti (incluso l'ascolto della canzone: si può ascoltare tutta di seguito, o se ne possono ascoltare vari brani).

- Lo studente esporrà l'ARGOMENTO e il TEMA della canzone.

- Lo studente analizzerà lo STILE LINGUISTICO della canzone (es: la scelta del titolo. la presenza di figure retoriche...)

- Lo studente proporrà uno o più COLLEGAMENTI tra ciò di cui la canzone tratta e uno o più argomenti studiati in classe in una qualunque disciplina.