martedì 13 febbraio 2018

AUTOBIOGRAFIA

CALENDARIO lavoro su racconto AUTOBIOGRAFICO
- abbiamo già visto
- l'incipit con DESCRIZIONE 
- e l'incipit con DIALOGO
- giovedì 15 febbraio (dopo la verifica): incipit con AZIONE
- venerdì 16 febbraio: incipit con PENSIERI e SENTIMENTI
- sabato 17 febbraio (dopo i book talk): l'architettura del racconto (INTRECCIO)
- giovedì 22 febbraio: scrittura e inizio revisione
- sabato 24 febbraio: editing e consegna



INCIPIT AUTOBIOGRAFICO

- Una delle sezioni più importanti di una narrazione è costituita dalla parte iniziale ("incipit" = "inizio").

- E' fondamentale entrare subito nel cuore della vicenda, per catturare l'attenzione del lettore che certamente desidererà proseguire con la lettura per scoprire chi siano i personaggi e cosa accadrà.

- Per l'incipit si possono utilizzare varie tecniche narrative: ecco alcuni esempi di incipit.



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Incipit, condito con un DIALOGO

- Oh! Senti: dice il Mazzetti se ti vuoi mettere con lui! -

Corridoio lungo, luce opaca, color nocciola. La giornata nuvolosa filtra da enormi vetrate polverose, la porta dell'aula è aperta alle mie spalle: intorno voci sfumate e rumori da intervallo.

- Oh, dico a te! Hai capito? Il Mazzetti vuole sapere se ti ci vuoi mettere, con lui. -

Paralisi: il cuore pompa forte, la testa ronza, il tempo rallenta, forse si ferma.

- Allora, che gli dico? - sorride: è uno spilungone di quinta C, lo conosco solo di vista.


In un modo o nell'altro, quasi per miracolo, a un certo punto devo avere risposto che sì, mi stava bene, che ero d'accordo.

Il sabato successivo, infatti, avevo un appuntamento alle "scalette", con il Mazzetti: ci sono arrivata in autobus.



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Incipit ravvivato da una DESCRIZIONE

Alle mie spalle un tempio greco, con le colonne, i bassorilievi, le rovine, i sassi, i muretti, i cartelloni in più lingue per i turisti, e qualche visitatore dell'ultimo minuto.

C'è un'aria salmastra, da fine estate: mi basta allungare lo sguardo e, a strampiombo sotto di me, intravedo la linea azzurra e profonda del mare siciliano, con qualche vela bianca verso l'orizzonte.

E' pomeriggio inoltrato e il parco archeologico è in chiusura, anche se c'è ancora un sole intenso e una luce dorata, asciutta, tiepida molto piacevole. Sono abbronzata, con pantaloni corti, una maglietta con Titti, scarpe da ginnastica e un bel paio di occhiali da sole con la montatura gialle.

Stiamo tornando alla macchina lungo una strada sterrata, in discesa. Camminiamo a passo veloce, parlando di archeologia, università, esami, professori, colleghi, aneddoti: con me c'è Carla, una ragazza che ha qualche ruga più di me e anche molta più esperienza.

Alfredo è avanti, non sento cosa dice perché è troppo distante, ma lo vedo che guarda Stefania: ridono, quei due, chiacchierano. Sicuramente sta facendo lo splendido...

Lo ignorerò per il resto della settimana, se vuole la guerra...

In realtà ho ceduto prima del previsto: oggi è mio marito.






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Incipit movimentato dall'AZIONE

Un corri corri generale, un fuggi fuggi nella pineta del campeggio, nel semi buio del dopo cena, tra le tende, le roulottes e gli aghi di pino. 

La "banda dei romani", ci rincorre: noi siamo la "banda dei marziani". Con me c'è mio fratello, poi c'è Andrea e qualcun altro che non ricordo. Che ansia: dobbiamo nasconderci, perché se ci trovano chissà che ci fanno. 

Sono tanti, forti, cattivi e molto pericolosi: quando parlano hanno un accento strano, cittadino, da gente più... più... non saprei dire di preciso cosa hanno in più rispetto a noi, ma quando li ascoltiamo parlare tra loro, ci sentiamo dei provinciali, fuori moda.

Io sono dietro la tenda azzurra di Andrea, vicino al bar e trattengo il fiato. Li sento: si stanno avvicinando e con loro c'è il capo, che è alto, grande, più grande di Francesco.

Incipit intimo, soffuso... con PENSIERI E SENTIMENTI

Secondo me quel fagottello non sta pensando a nulla: ha la bocca piena di latte che gli gocciola di lato. Sorride nel sonno? Forse, ma è così minuscolo che non riesco a decifrare la sua espressione; ha la fronte grinzosa, le guance di pesca e un odore di borotalco e pannolini.

Io invece penso, rifletto. E' notte fonda, accendo la lampada sul comodino, ma non posso dormire: mi costringo a focalizzare l'attenzione su un qualcosa che mi sfugge. Sono diventata mamma da qualche giorno, ma non so cosa sia. Sono inadeguata: voglio rimediare.

Allora faccio un elenco dettagliato di tutto ciò che sta per cambiare nella mia vita e nella routine quotidiana. Mi vedo interpretare varie scene: naturalmente c'è il cambio delle tutine, ci sono le pappe, i bagnetti, le visite dal pediatra. Mi faccio un film in testa, prendendo in prestito immagini tratte da film o pubblicità. Provo ad allungarmi fino a quando andrà all'asilo o a scuola, mi chiedo se si sposerà, se io diventerò nonna.

Niente da fare: è tutto buio, non ci riesco.

Sono mamma, ma non sono capace.

Fortunatamente lui non avrà dubbi su cosa sia essere figlio, saprà esserci e avrà mille richieste, problemi, necessità: io mi adeguerò piano piano.



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