IL TESTO ARGOMENTATIVO
- sostiene una propria opinione (TESI) su un determinato argomento,
- portando ARGOMENTI e prove a sostegno
- eventualmente confutando gli argomenti contrari (ANTITESI)
- con lo SCOPO di CONVINCERE chi ascolta/legge.
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Cosa fare?
1 - decidi la struttura
2 - scrivi l'introduzione
3 - scrivi le tesi e le antitesi, usando un lessico specifico e dividendo in paragrafi;
4 - scrivi una breve conclusione
5 - stabilisci il titolo
1) LA STRUTTURA
DI UN TESTO ARGOMENTATIVO
Il testo deve essere incisivo, efficace, quindi non deve limitarsi ad un elenco simile ad una lista della spesa.
Scegliete la struttura che volete dare al vostro testo e ricopiatela su una bozza.
STRUTTURA A
- introduzione
- tesi
- argomenti a favore della tesi
- antitesi
- argomenti a favore dell'antitesi
- conclusione
STRUTTURA B
- introduzione
- antitesi
- argomenti a favore dell'antitesi
- tesi
- argomenti a favore della tesi
- conclusione
STRUTTURA C
- introduzione
- tesi e antitesi
- 1°argomento a favore della tesi e 1° argomento a favore dell'antitesi
- 2°argomento a favore della tesi e 2° argomento a favore dell'antitesi
- 3°argomento a favore della tesi e 3° argomento a favore dell'antitesi
ecc.
- conclusione
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2) L' INTRODUZIONE
All’inizio del testo devi spiegare al lettore di quale problema stai per occuparti.
Devi presentarlo in maniera completa e neutrale. Per essere sicuro di fornire al lettore tutte le informazioni necessarie, usa la tecnica delle 5W.
WHO - Chi sono i protagonisti coinvolti?
WHAT - Di quale argomento intendi parlare?
WHEN - È un problema attuale, affonda le sue radici nel passato, condiziona il futuro?
WHERE - Il problema interessa un luogo in particolare oppure è globale?
WHY - Perché hai scelto di parlare di questo problema?
Un esempio -
Una recente inchiesta condotta in Inghilterra ha rilevato che soltanto il 16% dei bambini tra i due e gli otto anni si addormenta al suono di una storia raccontata dai genitori; mentre dieci anni fa era il 30% e trent’anni fa era il 75%.
Questa progressiva scomparsa dell’abitudine di raccontare delle fiabe ai bambini viene messa in collegamento con forme di disagio giovanile in aumento come le baby-gang, in quanto i bambini non apprenderebbero più dalla voce rassicurante dei genitori o dei nonni la differenza tra ciò che è giusto fare e ciò che invece non lo è.
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3) LO SVILUPPO DEL TESTO:
LA TESI E L'ANTITESI
Nella parte centrale del testo, devi enunciare la tua TESI in modo chiaro, fermo e deciso: il lettore deve capire subito come la pensi, da che parte stai.
Lo scopo del testo argomentativo è quello di convincere i tuoi lettori che la tua posizione è quella più ragionevole.
3 a) LE ARGOMENTAZIONI
Usa alcuni dei seguenti suggerimenti.
I. Spiega perché ritieni questa tesi valida.
es - Senza questa abitudine viene anche a mancare uno spazio di tranquillità e di comunicazione in cui un bambino può riflettere, porre delle domande, esprimere dubbi e sensazioni, proporre soluzioni: un insieme di attività che coinvolgono tanto la sfera cognitiva quanto quella affettiva.
II. Aggiungi esempi
es - Per secoli, anzi millenni, gli adulti hanno raccontato ai bambini delle storie per intrattenerli e divertirli, ma anche per trasmettere loro dei messaggi utili a scoprire e capire il mondo. Nella storia, letta da un libro o inventata al momento, in bambino trova una piccola “cura” quotidiana contro le sue paure e insicurezze e una guida che gli spiega come superare i pericoli, come reagire alle minacce e come ritrovare l’ordine quando c’è il caos.
III. Cita studi, dati, statistiche.
Es - Secondo un'indagine della Oxford University Press, condotta su un campione di mille genitori con figli tra i 5 e gli 11 anni, il 44% di loro smette di leggere ai bambini intorno al settimo anno di età. Un errore, perché la lettura può avere un riscontro positivo anche sul rendimento scolastico.
IV. Cita personaggi famosi.
Es - Vi sono almeno sette buone ragioni psicologiche per leggere o raccontare storie ai bambini: insegnare a riconoscere e a gestire le emozioni nelle esperienze di vita; far allargare lo spazio mentale del bambino; favorire un apprendimento cognitivo; favorire la conoscenza della vita, anche nei suoi aspetti più crudi, in modi non rischiosi; realizzare condivisione empatica sui temi fondamentali della vita; favorire e realizzare una relazione ricca, viva, “polifonica” fra narratore e ascoltatore; realizzare momenti di piacere condiviso.
Medico Psicoterapeuta, Paolo Roccato è psicoanalista associato alla Società Psicoanalitica Italiana (SPI) e all’International Psychoanayitical Association (IPA).
V. Poni domande che insinuino un dubbio nella mente del lettore.
Es - Che ne sarà dell’immaginazione di un bambino lasciato da solo tutto il giorno davanti alla TV?
VI. Usa confronti o analogie.
Es - Proviamo a paragonare la visione di un cartone animato con la lettura di un libro: nel primo caso il bambino può limitarsi a guardare, non deve compiere alcun processo mentale. Le immagini sono il racconto. Con il libro invece il bambino deve costruirsi le proprie immagini mentali, fissando e interiorizzando le scene ascoltate.
VII. Racconta un aneddoto personale.
Es - Uno dei più vivi ricordi della mia infanzia risale a quando mia madre leggeva a noi bambini dopo cena le avventure di Giamburrasca. Formavamo un gruppetto compatto, attento e interessato: immaginavamo le varie situazioni, commentavamo, e di tanto in tanto chiedevamo di tornare indietro per rileggere un passaggio. Quando non capivamo una parola o una frase ce la facevamo spiegare: scoprivamo così i sinonimi, i tempi dei verbi, le irregolarità e i “trucchi” della lingua.
VIII. Racconta un fatto storico.
Es - In tutte le società umane, anche le più primitive, il ruolo della narrazione orale è stato fondamentale. Basti pensare alle fiabe che rassicuravano gli adolescenti prima del loro rito di passaggio nell’età adulta...
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3 b) IL LESSICO
I - Esprimi la tua opinione, senza dire "io"
In un testo argomentativo devi esprimere la tua opinione, ma devi anche evitare di parlare in prima persona, ovvero di scrivere “io”.
- La prima persona conferisce un tono colloquiale al testo, mentre sai bene che un saggio deve essere più possibile di tono elevato.
- Inoltre tu non sei proprio un’autorità in materia, perciò la tua opinione non rafforza in alcun modo il tuo ragionamento.
TRASFORMA
Io ritengo che leggere le storie ai bambini sia molto importante.
IN
Leggere storie ai bambini è molto importante perché sviluppa la loro immaginazione, favorisce le capacità empatiche e crea un rapporto di intimità con la figura adulta di riferimento.
II. Usa il linguaggio specifico
Usa un linguaggio specifico che dia al testo autorevolezza.
- Se tratti di fenomeni atmosferici, scrivi come un metereologo:
pressione atmosferica
cirri
nembi
perturbazioni
- Se tratti di sicurezza sul web, scrivi come un informatico:
server
provider
hacker
filtri
antivirus
dati personali
- Se tratti della questione palestinese, scrivi come uno storico:
Striscia di Gaza
sionismo
olocausto
risoluzione ONU
Cerca di non usare parole generiche. Sii specifico.
Invece di “cane” puoi scrivere Labrador, Dalmata, San Bernardo…
Invece di “bevanda” puoi scrivere acqua, succo di arancia, latte…
Invece di “albero” puoi scrivere quercia, olmo, frassino...
Soprattutto… evita la parola “cosa”!
3 c) LA DIVISIONE IN PARAGRAFI
(un'idea = un paragrafo)
Devo iniziare un nuovo paragrafo quando:
I - presento la tesi o l’antitesi;
II - passo da un’argomentazione all’altra;
III - racconto un aneddoto o un fatto storico;
IV - introduco un personaggio (scienziato, poeta…);
V scrivo la conclusione…
generalizzando: quando esprimo un nuovo concetto.
È fondamentale che ogni paragrafo abbia una sua idea centrale che lo differenzi dagli altri.
Questa idea centrale si chiama “topic sentence” ed è la frase più importante del paragrafo. Spesso si trova all’inizio, ma non sempre è così.
In alcuni giornali addirittura la topic sentence viene riportata in grassetto.
4) LA CONCLUSIONE
I - Sii breve e semplice;
II - puoi ribadire la tesi, ma evita di riscriverla con le stesse parole;
III - sii autorevole: evita espressioni come “penso che…”, “ritengo che…”;
IV - cura particolarmente l’ultima frase. Per colpire il lettore puoi essere ironico, fare appello alle emozioni, oppure invitare all’azione.
Esempi
I. Una raccomandazione o un consiglio.
Es - Ci vogliono regole più moderne ed efficaci, dunque, mentre dall’altro lato occorre investire anche in educazione e salute: l’età media del Paese, dopo quasi 40 anni di politica del figlio unico (abolita del tutto lo scorso anno) comincia a salire anche lì.
II. Una previsione.
Es - In fondo abbiamo due sole possibilità per il futuro: utilizzare gli ambienti digitali come alibi per le nostre debolezze, sottolineandone le demoniache possibilità di moltiplicarne gli orrori. Oppure potremo immaginare simili ambienti come un’occasione per migliorare noi stessi, una scommessa di maggiore libertà e cultura. La prima opzione è il luogo in cui siamo adesso, la seconda è quello nel quale sarebbe bello incontrarci domani.
III. Una affermazione forte.
Es - Sullo sfondo, un problema cruciale: «Possiamo fare tutte le migliorie e le riforme del mondo», avverte Guntram Wolff, direttore di Bruegel e già economista alla Bundesbank, «se però viene davvero meno il consenso popolare, l’euro non avrà futuro». Passate le elezioni del 2017 (se tutto sarà andato bene), il 2018 sarà l’anno decisivo.
IV. Un aneddoto
Es - Infine quasi trecento piante, cento animali e decine di minerali prendono il nome da Alexander von Humboldt, e questo fa di lui l’uomo che ha dato il suo nome a più cose nel mondo. Anzi, nell’universo, perché perfino la Luna vanta il suo Mare Humboldtianum. E questo è pura e semplice meraviglia.
V. Una domanda pungente.
Gli esempi di Charles Dickens, Henri Poincaré, Ingmar Bergman e molti altri, dimostrano che per quanto tutti amassero ciò che facevano e covassero grandissime ambizioni, nella quotidianità lavoravano poche ore al giorno. Il resto del tempo passeggiavano, dormivano, incontravano gli amici e si godevano la vita. Questo non gli ha impedito di scrivere romanzi che hanno fatto la storia, gettare le basi della teoria del caos o lasciare il segno nella cinematografia mondiale. Come farlo capire a una generazione abituata a pensare che 80 ore di lavoro alla settimana siano appena sufficienti a riuscire a realizzare le proprie ambizioni?
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5) IL TITOLO
Idee per scegliere il titolo di un testo argomentativo
I - Titoli paradossali (contrasti e contraddizioni)
-Tom Drury, il più grande scrittore che nessuno conosce
-Tesla, l’azienda piena di debiti che vende il futuro
-In Cina, dove la realtà è fantascienza
II - Titoli-domande
-Il sovranismo esiste? Il dilemma di Wikipedia
-Riconoscimento facciale, chi possiede davvero i nostri volti?
-Embrioni umani, ricerca fino a 4 settimane?
-I dati sono il nuovo petrolio, ma chi controlla i giacimenti?
III - Titoli-promessa (ora vi spiego...)
-Perché il contante non morirà mai
-Amazon, come funziona lo schema Bezos
-Dove vanno i ricchi per pagare meno tasse
-Così Erdogan seduce i giovani turchi tedeschi in Germania
-Perché sarà il mercato a decidere sulla Brexit
IV - Titoli con dati statistici
-2017, quei 357 miliardi in fuga dall’Italia
-Sanità, come buttare 25 miliardi all’anno
-Settemila uomini al fronte per le nostre guerre invisibili
V - Titoli-sintesi
-Sole, internet e telefonini: la rivoluzione in Africa
-Aumentano i vecchi, cresce la diseguaglianza
-Berlino e Washington divise sulla crisi della Grecia
VI - Titoli in cui si ribadisce la tesi
-Il libro di carta è in ottima salute
-Internet fa emergere l’odio che è in noi
-Il mercato della rabbia alimenta la voglia di forca
-Snapchat non morirà a causa di Facebook
VII - Titoli-ipotesi (cosa succede se...)
-Se l’Europa riesce a tassare Google
-Se sul web ognuno di noi ha il suo prezzo
-Se internet è come la nicotina
-Se Barilla paga più tasse dei sei big del digitale
-Se un algoritmo decide la nostra vita
VIII - Titoli che richiamano libri, film, canzoni...
-I predatori dell'arte perduta
-L'ideologo, il freddo, il nero: tutti gli uomini di Le Pen
-L’amore ai tempi del segregazionismo
-Quello che i protezionisti non vi dicono
IX - Titoli che richiamano proverbi o modi di dire
-Chi più innova meno paga
-Una bomba tira l’altra
-Lego: i furbetti del mattoncino
bella scopiazzata (senza citazione) del lavoro di Agnese Pianigiani.
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